La Biblioteca della Legalità a Isola del Piano

Lunedì 26 maggio: parto da Urbino assieme a due studentesse dell’ISIA per raggiungere un luogo lontano, in mezzo alle colline, non indicato sulla carta geografica, protetto da un muro che ora studenti e giovani stanno riempendo di disegni, di segni e di parole. Mi dettano indicazioni precise, ma mi perdo in una strada stretta in cui passano solo trattori. Poi raggiungo la nostra meta: è la Fattoria della Legalità, a Isola del Piano (nella provincia di Pesaro-Urbino), un bene tolto alla mafia e diventato attraverso Libera, e altre associazioni, un presidio di incontro, di scambio, un esempio importante di convivenza civile.

E’ un’occasione, inserita nell’ambito della rassegna Con le parole giuste, per parlare di educazione e responsabilità.
Sono qui in veste di presidente di Ibby Italia coinvolta da Valeria Patregnani che, attraverso il lavoro della Biblioteca Memo di Pesaro, ha intessuto fili e attivato una rete di tanti soggetti diversi mossi da intenti comuni.
Il mio compito è dare voce alla Biblioteca della Legalità, alla selezione di 101 titoli dedicati a bambini e ragazzi, primo tassello di un percorso che coniuga legalità e lettura, narrazione e visione, avventura e senso civico, un percorso che da Isola del Piano si propone di raggiungere altre località, altri ragazzi, altri insegnanti, altri cittadini diventando patrimonio di biblioteche scolastiche e pubbliche.
Accanto a me i rappresentati di Libera locale e nazionale, un sindaco appassionato e sincero, Riccardo Guido, autore per la casa editrice Sinnos di Salvo e le mafie, consulente per la Commissione Antimafia, capace di trovare le giuste parole per raccontare la storia della criminalità organizzata.

Sono importanti le parole in questo contesto, importanti come quelle che escono dalla voce di Elisabetta Morosini in rappresentanza della sezione marchigiana dell’Associazione Nazionale Magistrati, parole parlate che incontrano le parole scritte, quelle di Nando dalla Chiesa per il Manifesto dell’Antimafia pubblicato da Einaudi, parole che dichiarano sensibilità, impegno e presenza.
L’edificio “brutto”, oggetto della confisca, riprende vita con le parole e con le azioni del volontariato, con i campi di Libera, che vedranno alternarsi bambini, ragazzi, adulti, con gli incontri e le feste.
Attorno c’è il verde della collina marchigiana, un verde che allena lo sguardo alle grandi distanze, un verde nel quale i volontari avevano piantati gli ulivi, che qualcuno nottetempo ha rubato, ma che verranno ripiantati, custoditi, preservati e, se sarà necessario, piantati di nuovo.
Attorno il muro, quello sul quale i ragazzi, con i loro murales, hanno ricordato Peppino Impastato e la necessità di trovare nella bellezza il motore etico per contrastare la miseria di pensiero e la violenza delle azioni.

Ci siamo salutati con le parole scritte di Luigi Garlando, non quelle usate per ricordare Giovanni Falcone, ma quelle prese dalle pagine di ‘O Maè, uscito per i tipi di Piemme, una storia per ragazzi di sport e di camorra, una storia dell’oggi a Scampia, nella palestra di Pino Maddaloni, dove alle regole della criminalità organizzata si risponde con la disciplina del judo.
“La Biblioteca della Legalità: prima puntata”.
Silvana Sola

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