Direzione Distrettuale Antimafia – Relazione 2012

Distretto di ANCONA

Relazione del Cons. Leonida Primicerio

In relazione alla attività della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona si evidenzia, in particolare, nel periodo di riferimento, che, le principali indagini condotte dal predetto ufficio riguardano principalmente reati associativi, sia inerenti gli stupefacenti, sia il contrabbando che l’immigrazione clandestina.

E’ il caso di rilevare, significativamente, che si tratta di settori di attività illecite strettamente collegate alla intensissima ed importante attività del porto di Ancona, strategicamente collocato nell’Adriatico per il traffico internazionale delle merci verso i Balcani ed il resto dell’Europa orientale, nonché verso i continenti asiatico ed africano. Il porto costituisce uno dei mezzi primari di ingresso della droga, a volta destinata ad altre zone di Italia.

I nuovi procedimenti, iscritti nell’anno 1.7.2011-30.6.2012 riguardano plurime associazioni, dedite al traffico di droga (artt. 73 e 74 D.P.R. n. 309/90), con coinvolgimento di soggetti di etnie diverse. Si cita ad esempio un’indagine nella quale sono coinvolte alcune decine di persone, prevalentemente maghrebine. Sono stati eseguiti vari sequestri, presentati come occasionali, per circa 60 chili di hashish e, in quantità minore, di eroina. Altre associazioni sono composte, oltre che da italiani, da albanesi, a cui si aggiungono greci e, per alcune indagini, anche sudamericani (nr. 8063/11/21).

Ma il porto di Ancona ha altresì un ruolo cruciale nei reati di contrabbando e di favoreggiamento all’ immigrazione clandestina.

Per il contrabbando si è rilevata la presenza di diverse cittadinanze, dai greci ai bulgari ai turchi.

Si richiama, tra le altre, in materia di contrabbando, l’indagine, relativa a numerosi soggetti coinvolti, nel corso della quale sono stati eseguiti plurimi interventi, da parte della Guardia di Finanza, sfociati in arresti (11 arresti in Ancona, 3 a Brindisi e 1 a Trento) e sequestri di TLE (per un totale di circa 97 tonnellate).

Nei reati contro il patrimonio e nello sfruttamento della prostituzione un ruolo incisivo è svolto dai rumeni.

La Regione Marche ed, in particolare la provincia di Ancona, si connotano per la presenza di numerose e floride attività industriali, soprattutto nel settore manifatturiero e stanno puntualmente continuando, con nuove iscrizioni, le indagini su associazioni, finalizzate alla commissione di reati di contraffazione.

Il fenomeno riguarda la contraffazione di calzature, stante l’importanza che il settore calzaturiero riveste nella regione. Si richiama ad esempio un procedimento nel quale si procede nei confronti di cittadini cinesi.

Vi sono, infine, procedimenti iscritti per il reato di cui all’art. 600 c.p.; in particolare, in uno di essi sono indagati cittadini cinesi.

 

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