L’isola felice. Mafie in terra marchigiana

Isola feliceTraffico di droga e di esseri umani. Infiltrazioni negli appalti, nel turismo e nella ristorazione. Estorsioni, riciclaggio di denaro sporco e caporalato. Intimidazioni, incendi dolosi, pizzo e omicidi. Non stiamo parlando di una delle regioni del sud Italia, ma delle Marche. Una terra da sempre considerata un’isola felice, distante da violenza e malaffare, che, invece, si ritrova sempre più spesso a dover fare i conti in casa sua con situazioni criminali nuove e sconosciute, con eventi cui non era abituata e che non sa interpretare. Di tutto questo si parla ne ‘L’isola felice – Mafie in terra marchigiana’, la video inchiesta realizzata dal Gruppo Mediattivismo del progetto PartecipAttivi che, cofinanziato dall’assessorato regionale alle Politiche Giovanili, intende scattare una fotografia ampia della situazione, andando non solo a interrogare gli specialisti del settore, forze dell’ordine, istituzioni e magistratura, ma anche le associazioni di volontariato che incontrano le vittime del racket della prostituzione o dell’usura, che si occupano di informazione o di tutela dell’ambiente e del territorio.

Per quello che accade nella nostra regione si può parlare di mafie? E di quali tipi di criminalità organizzate si tratta? I ragazzi coinvolti dal progetto e accompagnati dagli operatori di Ondalibera.tv si sono posti queste e altre domande e hanno capito che sarebbe stato interessante rivolgerle direttamente a chi di mafia si occupa per lavoro. Con questa motivazione hanno partecipato al progetto regionale dell’Assessorato alle Politiche Giovanili ‘PartecipAttivi’ e hanno dato vita al “gruppo Mediattivismo” che, oltre ad alcuni membri di Ondalibera.tv, raccoglie persone da più parti della provincia di Pesaro-Urbino e da quella di Ancona. Dai casi di pizzo a quelli di caporalato per alcuni lavoratori nel tratto di allargamento a tre corsi della A14, dalla prostituzione alla droga, fino agli incendi degli chalet lungo la costa e alcuni omicidi come quello del commerciante di pesce Pietro Sarchiè. Da tutte queste storie e dal loro lavoro giornalistico si capisce quanto le infiltrazioni della criminalità organizzata siano fitte anche nella nostra regione e quanto ciascuno, dai singoli cittadini fino ai livelli più alti delle istituzioni, debbano prendere in mano il problema per evitare che degeneri così come è avvenuto in Emilia Romagna o Lombardia. Come ha commentato Vincenzo Macrì, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Ancona, intervistato dai ragazzi di PartecipAttivi: “Bisogna fare in fretta, perché il fenomeno peggiora in pochi anni”.

Microversione

Le presentazioni pubbliche

Fossombrone 10 03 16 L'isola Felice San Michele Castelleone di Suasa

Pesaro 13 01 16

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