Mafia nelle Marche – Fratelli di Sangue

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Nel saggio “Fratelli di Sangue” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, pubblicato nel 2006, un breve paragrafo viene dedicato alla nostra regione. Puoi leggerlo qui.

 

Marche

Nelle Marche non manca nulla. C’è un litorale straordinario, un entroterra imprenditorialmente evoluto, con tante piccole e medie imprese, un porto, quello di Ancona, e un aeroporto, quello di Falconara, che garantiscono un collegamento con i mercati dell’Est. Qui le cosche calabresi hanno messo radici da poco, ma sono quasi tutte coinvolte nel traffico di sostanze stupefacenti e nel riciclaggio di denaro sporco. Nel febbraio 2002 un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha individuato articolazioni operative della ‘ndrangheta nella provincia di Pesaro-Urbino, dove si erano stabiliti elementi collegati alla famiglia Ursino-Macrì di Gioiosa Ionica, distinguendosi nella gestione di un rilevante traffico di cocaina proveniente dalla Calabria e diretto verso le Marche e l’Emilia Romagna. Sempre nelle Marche è stata scoperta una filiale della famiglia Alvaro di Sinopoli. Il punto di riferimento era Carmine Alvaro, residente ad Ancona, il quale, con cadenza settimanale, si riforniva di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, provenienti dalla Calabria. A insospettire gli inquirenti erano stati una serie di investimenti commerciali nell’area compresa tra Ancona, Marina di Montemorciano e Senigallia. La stessa operazione ha portato all’arresto del latitante Antonio Alvaro. Nel 2006 a Matelica, in provincia di Macerata, è finita la latitanza di Vincenzo Ficara, elemento di spicco dell’omonimo clan di Reggio Calabria.

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